Tag

, , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,


 

 

di Russ Wellen  – 6 novembre 2011

 

In occasione del raggiungimento dei sette miliardi di persone sul pianeta, William Ryerson, fondatore e presidente del Population Media Center e presidente del Population Institute ha dichiarato ad Alanna Sheikh a UN Dispatch:

 

“La prima giornata della terra è stata ampiamente concentrata sulla crescita della popolazione, poi l’argomento è diventato tabù.  Parte del motivo per cui è diventato tabù sono state le violazioni dei diritti umani commesse dall’India e dalla Cina [presumibilmente in nome del controllo della popolazione – n.d.r.] e in parte ciò è da ricondurre a Ronald Reagan che affermò  che la crescita della popolazione era una cosa buona. Era influenzato da Julian Simon che affermava [nel suo libro The Ultimate Resource [la risorsa finale] e altrove – n.d.r.] che non c’erano limiti a quante persone il pianeta potesse sostenere.”

 

Inoltre

 

“Ci sono economisti che ritengono la crescita infinita della popolazione sia necessaria per la crescita economica.  E’ un tipo di economia da catena di Sant’Antonio [‘Ponzi scheme’ nell’originale – n.d.t.].  Non durerà.  … Alcuni biologi ritengono che, una volta che siano esauriti i petrolio e i combustibili fossili, il pianeta potrebbe sostenere 2 miliardi di persone in uno stile di vita da Europa occidentale.  Al livello etiopico della qualità della vita forse potremmo sostenere 10 miliardi di persone.”

 

Quelli dell’idea che la crescita economica richiede una crescita indeterminata della popolazione andrebbero avvisati che vivere a livello etiopico (o neppure a tale livello) causa  consumatori poveri. Nel contempo Ryerson si astiene da citare quelli che credono che l’esplosione della popolazione mondiale – la “capacità di sostegno” del pianeta – sia una scusa per le “élite globali” per istituire la Grande Scomparsa.  Secondo questa visione del mondo, con mezzi che vanno dall’abbandono alla sterilizzazione alla diffusione di malattie infettive , i super-ricchi contano di ridisegnare il mondo con un look minimale quanto alla popolazione.  Poiché non ci si concentra su un gruppo particolare, non si tratta di genocidio, bensì soltanto di sterminio di massa alla decima potenza.  Un esempio di questa previsione è stato fornito da Webster Tarpley quando stava con Lyndon LaRouche (il suo lavoro è spesso valido oggi).

 

“Nel corso dei loro preparativi per la cosiddetta Conferenza Internazionale delle Nazioni Unite sulla Popolazione e lo Sviluppo, programmata per il settembre di quest’anno [1994] al Cairo, i burocrati genocidi delle Nazioni Unite stanno cercando di condizionare i governi e l’opinione pubblica ad accettare l’idea della “capacità di sostegno” del nostro pianeta.  In altre parole i macellai dell’ONU vorrebbero dare credibilità scientifica all’idea che c’è un numero assoluto teorico massimo di persone che la terra può sostenere.  Alcuni documenti preliminari per la conferenza del Cairo fissano il livello della popolazione mondiale a 7,27 miliardi, da imporre entro il 2050, utilizzando aborti obbligati, sterilizzazione, eutanasia e altri metodi raccapriccianti.”

 

Si noti quanto in anticipo stiamo raggiungendo il numero che scatenerà questi eventi, rispetto alla data che era sta prevista all’epoca.  Quelli che credono a ciò citano Malthus al suo peggio (per quanto fantasiosamente).

 

“Tutti i bambini nati oltre il numero richiesto per mantenere la popolazione a tale livello dovranno necessariamente morire, a meno che non venga fatto loro spazio dalla morte degli adulti … dovremmo agevolare … l’operato della natura causando questa mortalità. … Invece di raccomandare igiene ai poveri, dovremmo incoraggiare abitudini opposte.  Nelle nostre città dovremmo rendere le strade più strette, affollare più persone nelle case e perseguire il ritorno della peste.”

 

O, come afferma James Corbett, il cui sito web The Corbett Report  è un centro mediatico delle notizie  di intelligence di fonte pubblica:

 

“La sovrappopolazione, come la frode del riscaldamento globale, è una falsa facciata del programma eugenetico.”

 

Ecco un esempio di affermazioni che quelli  che aderiscono a questa linea di pensiero citano come prova:

 

“L’ideale sarebbe una popolazione mondiale di 250-300 milioni di persone, una riduzione del 95% dal livello attuale.”

 

Ted Turner

 

 

 

“Dobbiamo parlare con maggior chiarezza di sessualità, contraccezione, aborto, di valori che controllano la popolazione, perché la crisi ecologica, in parole povere, è la crisi demografica. Si tagli la popolazione del 90% e non rimarranno persone sufficienti a fare grandi danni ecologici.”

 

Michael Gorbaciov

 

 

 

“La popolazione mondiale deve scendere del 50%.”

 

Henry Kissinger

 

 

 

“La gravidanza dovrebbe essere un crimine contro l’umanità punibile, a meno che i genitori non abbiano una licenza governativa.”

 

David Brower, Sierra Club

 

 

 

Sembra che, quando si tratta di percentuali, quelle lingue ne uccidano altro che più della spada; più della bomba atomica! [Nell’originale: “quelle lingue sciolte affondino non solo navi, ma popolazioni”; dal monito della seconda guerra mondiale corrispondente, più o meno, al nostro “taci, il nemico di ascolta” – n.d.t.]. In effetti può esserci qualche verità nelle aspirazioni omicide attribuite ai super-ricchi.  Comunque non dovremmo essere distolti dalla necessità di rallentare la crescita della popolazione.  Di fatto siamo vicini a un punto di non ritorno o, passando a un altro cliché, a una tempesta perfetta, come dice “Ryerson”.

 

“La combinazione di crescenti prezzi del petrolio e della diminuzione dell’acqua porta a una tempesta perfetta in cui improvvisamente tutte queste cose portano a una catastrofe umana in tutto il pianeta.  … Oggi [Il Programma Alimentare Mondiale – World Food Program] reagisce alle carestie nel Sahel [la zona nord-africana da costa a costa appena sotto il Sahara] o in Africa Orientale ma non ha mai avuto a che fare con un miliardo di persone che muoiono di fame in un colpo solo [con] caos in tutto il mondo mentre un miliardo di persone si dà alla violenza per il cibo.”

 

Quelli che scartano le preoccupazioni riguardo alla sovrappopolazione vanno in parallelo e anche si confondono con quelli che negano il cambiamento climatico.  Poiché il prezzo che pagheremo se si sbagliano non sarà rimborsabile, è meglio prevenire  che doversi dolere – per tirare in ballo un altro cliché – e almeno agire come se la sovrappopolazione e il cambiamento climatico fossero delle realtà.

 

Anche provvedimenti piccoli, accumulati, possono contribuire a invertire la marea.  Come scrive Doug Saunders del Globe and Mail a proposito di una variazione alla pianificazione familiare:

 

“La soluzione è stranamente semplice. Il Messico … c’è riuscito in meno di un decennio.  Mandi le tue squadre nei paesi a spiegare non come tagliare le dimensioni delle famiglia (un concetto astratto) bensì come allargare l’intervallo tra i bambini, un atto concreto che sia i genitori sia i bambini apprezzano.  Quattro anni di differenza d’età tra i bambini, anziché quattro mesi, aprono un nuovo mondo.” … E’ ora che le famiglie povere si accorgano che possono fare meglio per i loro figli se ne hanno pochi.”

 

Diamo l’ultima parola a Ryerson:

 

“Dobbiamo convincere i governi a festeggiare le percentuali basse di fertilità e il declino della popolazione.”

 

Sarebbe d’aiuto se le religioni fossero d’accordo.

 

 

 

Da Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

 

http://www.zcommunications.org/is-alarm-about-seven-billion-people-just-modern-day-eugenics-by-russ-wellen

 

traduzione di Giuseppe Volpe

 

© 2011 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY-NC-SA 3.0