• Amici
  • Archivio 2000 – 2010
  • Archivio 2011
  • Archivio Wikileaks
  • Autenticazione
  • Bacheca
  • Contatto
  • Elenco iscritti
  • Files
  • Forum
  • Home
  • Libri
  • Modifica profilo
  • Newsletter
  • Parecon
  • Posta interna
  • Profilo
  • Registrazione
  • Z Magazine
  • Z men!

Z NET Italy

~ Lo spirito della resistenza è vivo!

Z NET Italy

Archivi della categoria: Shamus Cooke

I prossimi passi del movimento “Occupiamo”

23 domenica Ott 2011

Posted by Redazione in America, Economia, Shamus Cooke

≈ Lascia un commento

Tag

AFL-CIO, Boston, Chris Hedges, Denver, Medicaid, MEdicare, New York, OWS, Portland

 

 

 

 

 

di Shamus Cooke  – 18 ottobre 2011

Mentre il Movimento “Occupiamo” guadagna forza in campo nazionale e internazionale, ci si comincia chiedere che cosa c’è da fare prossimamente. Sebbene non ci siano risposte facili e ricette pronte per andare avanti, ci sono delle idee generali che possono aiutare a unire i Movimenti  “Occupiamo” con la più ampia comunità del 99% – che per il momento  è la cosa più urgente. Perché questa urgenza? Lo scrittore Chris Hedges spiega:

 

“Le forze dello stato e delle grosse imprese sono decise a soffocare questo movimento…Sono terrorizzate all’dea che si diffonda. Hanno le loro numerose falangi di polizia in motocicletta, le loro file di furgoni cellulari, i  fanti che vi danno la caccia nelle strade armati di bombolette spray al peperoncino, e le reti di plastica arancioni

 

 (www.fanpage.it/occupare-wall-street-chi-sono-gli-indignados-d-america)……”

L’unica ragione per cui sono stati risparmiati  luoghi occupati ancora attivi è la vasta  simpatia dei   99% unita alla partecipazione diretta di vasti settori dei lavoratori alle marce di protesta e alle manifestazioni. L’élite delle grosse aziende temono un movimento forte e unito come i vampiri temono la luce del sole.

Per questo i governi della città stanno sta procedendo lentamente nei riguardi del     Movimento “Occupiamo” dove esso è particolarmente forte : a New York e Portland (Oregon), ecc. e attaccano rapidamente nelle città dove lo slancio non ha ancora preso fuoco – a Denver, Boston, ecc. Le massicce dimostrazioni a New York e Portland finora hanno protetto gli spazi occupati, mentre il sindaco, la polizia e i mezzi di informazione tentano di incidere sull’opinione pubblica sfruttando la disunione  del movimento o concentrandosi su singoli individui che promuovono la violenza, l’uso di droghe, ecc.  

 

Per combattere questa dinamica, le persone del  Movimento “Occupiamo” hanno bisogno di unirsi intorno a messaggi comuni che possano trasmettere in maniera efficace a coloro che  fanno parte del 99% ma che non sono ancora scesi nelle strade, oppure di mantenere la simpatia di coloro che hanno già partecipato a grandi marce e  manifestazioni. Sebbene settori del Movimento “Occupiamo”   deridano le richieste, esse hanno un’importanza fondamentale. Le richieste uniscono la gente che è entrata in azione, e la distinguono dai loro oppositori; le richieste danno uno scopo e un proposito a un movimento e agiscono da strumento di comunicazione e di reclutamento per il pubblico più vasto. Non c’è nulla da vincere se non si esprime chiaramente alcuna  richiesta.  

Uno dei motivi per cui i ricchi sono forti, è che sono uniti intorno a richieste che aumentano i profitti delle imprese che possiedono: ridurre i salari e i benefici, distruggere i sindacati, diminuire le aliquote fiscali delle imprese, distruggere i programmi sociali, privatizzare, mettere fine a Medicare, Medicaid e alla previdenza sociale, ecc.

 Per consolidare i ranghi del Movimento “Occupiamo”, abbiamo bisogno di richieste analoghe che possano incoraggiare il 99%. Questi sono i tipi di domande che sproneranno all’azione la gente: domande che faranno scendere le persone  appartenente alla classe dei lavoratori dai loro divani per andare nelle strade! Il compito immediato del movimento è di trasmettere le richieste che metteranno in azione la maggioranza del 99%.

A livello nazionale, queste richieste sono ovvie: tassare i ricchi per creare un programma federale di posti di lavoro pubblici, finanziare totalmente Medicare, Medicaid e la Previdenza sociale e altri programmi sociali, finanziare completamente l’istruzione pubblica, la single payer health care (assistenza medica finanziata da un solo gruppo assicurativo e  gestita dallo stato) mettere fine alle guerre. Queste sono le richieste che possono unire il Movimento “Occupiamo” e tutta la gente che lavora in tutta la nazione, evitando al contempo che i Democratici e i Repubblicani prendano il potere. Una serie di sondaggi ha registrato che una schiacciante maggioranza della popolazione degli Stati Uniti sostiene fermamente queste richieste, e molti sindacati, compresi l’AFL-CIO ( American Federation of Labor-  Congress of Industrial Organizations)  li hanno appoggiati pubblicamente.       

A livello di città e di stato queste richieste si possono essere trasferite ai problemi locali; le città e gli stati stanno affrontando deficit di bilancio che provocano tagli all’istruzione, ai servizi sociali e che causano maggiore disoccupazione. I movimento “Occupy” locali possono chiedere che l’1%  in cima alla scala sociale compensi questi tagli, mentre possono anche chiedere che le città e gli stati creino posti di lavoro con questi soldi. 

Le grosse imprese sono unite nel loro proposito di caccia ai profitti e di  riduzione dei servizi sociali; anche noi quindi dobbiamo essere uniti per salvare i servizi sociali e tassare i profitti delle grosse aziende, a livello locale e nazionale.

Il Movimento “Occupy” ha molto spazio per fare da egida alle  richieste da parte di  diversi settori delle classe lavoratrice, ma ora dobbiamo concentrarci su che cosa unisce la vasta maggioranza, poiché le grosse imprese per decenni si sono impegnate per dividerci. Le richieste più varie della classe lavoratrice possono trovare un luogo sicuro per esprimersi e crescere soltanto all’interno di un movimento di massa unito.

Non c’è alcun  dubbio che il Movimento “Occupy” o continuerà a crescere per diventare un movimento sociale massiccio o si ridurrà fino a che l’élite delle grosse imprese sarà in grado di spegnerlo. Affinché il movimento cresca, deve attrarre veramente tutto il 99%, non soltanto il 10% più progressista. Incentrando la sua attenzione su richieste ampie ma specifiche per le quali lotterà tutta la gente che lavora, attirerà i lavoratori organizzati, gli anziani, gli studenti, le minoranze, cioè l’intera classe dei lavoratori.

Un movimento di massa della classe lavoratrice non era esistito negli Stati Uniti fino dagli anni ’30 e ’40 quando ha portato a uno straordinario cambiamento progressivo in America, anche se lo hanno fatto finire prima che si arrivasse ai programmi sociali di tipo europeo. Tuttavia  dei movimenti di massa delle generazioni passate sono sotto attacco: la previdenza sociale, Medicare, Medicaid, e il salario minimo, ecc. Soltanto un vero movimento della classe dei lavoratori può salvare e ampliare questi  programmi.

Se il Movimento “Occupiamo” fallisce, l’estrema destra diventerà baldanzosa. Stanno tremando per il potenziale potere del movimento e hanno perduto tutto lo slancio. Se perdiamo l’iniziativa, la afferreranno loro immediatamente per  mandare più avanti il loro programma e più in fretta. Soltanto ampliando il movimento possiamo estinguere il potere dell’élite delle grosse imprese. Abbiamo la storia dalla nostra parte, non  sprechiamo questa occasione.

Il Movimento “Occupiamo” rappresenta un punto di svolta nella storia. per raggiungere il suo potenziale, però, deve arrivare al 99% e trascinare la maggioranza tra i suoi ranghi. Avrà allora il potere di cambiare l’agenda di questo paese, di ridisegnare la mappa politica e di creare un governo che opererà nell’interesse della vasta maggioranza, non dell’1%. Una volta che questo cambiamento comincerà ad avvenire, non ci saranno limiti a quello che potrà realizzare.

 

 

Shamus Cooke  lavora nei servizi sociali, è sindacalista e scrive per Workers Action (www.workerscompass.org).

Da Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

 

URL: http://www.zcommunications.org/next-steps-for-the-occupy-movement-by-shamus-cooke

Traduzione di Maria Chiara

 

© 2011 ZNET Italy – Licenza  Creative Commons CC BY-NC-SA 3.0

 

 

 

 

Condividi:

  • Facebook
  • Twitter
  • Stampa
  • E-mail

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

Archivio per data

  • dicembre 2011 (59)
  • novembre 2011 (94)
  • ottobre 2011 (54)
  • settembre 2011 (11)
  • luglio 2011 (2)
  • aprile 2011 (4)
  • marzo 2011 (1)
  • ottobre 2009 (1)
  • aprile 2008 (1)
  • agosto 2005 (2)
  • febbraio 2004 (1)
  • maggio 2000 (1)
  • gennaio 2000 (2)

Categorie

  • Afghanistan
  • Africa
  • Ahmed Maher
  • America
  • Amira Hass
  • Amnesty International
  • Amy Goodman
  • Anarchia
  • Ann Jones
  • Anne-Marie O'Reilly
  • Anonimo
  • Anthony Alessandrini
  • Arundhati Roy
  • Asia
  • Autori
  • Autori vari
  • Barbara Ehrenreich
  • Bashir Abu-Manneh
  • Ben Schreiner
  • Benjamin Dangl
  • Benjamin Loehrke
  • Bertrand Russell
  • Bill Fletcher jr
  • Bill Quigley
  • Boaventura de Sousa Santos
  • Bolivia
  • Boris Kagarlitsky
  • Carlos Latuff
  • Chris Maisano
  • Cindy Milstein
  • Conn Hallinan
  • Corea del Sud
  • Damian Carrington
  • Dan Iles
  • Danny Schechter
  • David Graeber
  • David Harvey
  • David Porter
  • David Swanson
  • Dean Baker
  • Deena Stryker
  • Diana Johnstone
  • Dick Meister
  • Ecologia
  • Economia
  • Ed Lewis
  • Edward Ellis
  • Egitto
  • Eric Walberg
  • Ethan Miller
  • Europa
  • Eva Bartlett
  • Eva Golinger
  • Farooq Sulehria
  • Federico Fuentes
  • Fidel Castro
  • Frances Fox Piven
  • Frauke Decoodt
  • Gar Alperovitz
  • Gilbert Achcar
  • Giuseppe Volpe
  • Grecia
  • Greg Grandin
  • Guerra al terrore
  • Haggai Matar
  • Haiti
  • Howie Hawkins
  • Hugo Radice
  • Iraq
  • Irene Gendzier
  • Israele
  • Italia
  • Jack Rasmus
  • Jean Sanuk
  • Jenny Brown
  • Jerome E. Roos
  • Jim Lobe
  • John Feffer
  • John Pilger
  • Jonathan Cook
  • Kanya D'Almeida
  • Kim Scipes
  • Lauren Carasik
  • Lee Sustar
  • Libano
  • Libia
  • Lindsey Hilsum
  • Mark Ames
  • Mark Engler
  • Mark Weisbrot
  • Mark Weisbrot
  • Michael Albert
  • MIchael Hudson
  • Michael T. Klare
  • mike carey
  • MIke Davis
  • Mike Epitropoulos
  • Mike Ferner
  • Mona el-Ghobashy
  • Mondo
  • Mondo Z
  • Mostafa Ali
  • Munir Chalabi
  • Mustafa Barghouthi
  • Nancy Elshami
  • Nelson P. Valdés
  • Neve Gordon
  • Nicholas Paphitis
  • nick turse
  • Nikos Raptis
  • Nnimmo Bassey
  • Noam Chomsky
  • Noel Sharkey
  • Norman Finkelstein
  • OWS
  • Pakistan
  • Palestina
  • Pam Martens
  • Pamela Sepulveda
  • Parecon
  • Patrick Cockburn
  • Paul Krugman
  • Paul Street
  • Pervez Hoodbhody
  • Peter Marcuse
  • Phyllis Bennis
  • Raul Zibechi
  • Rebecca Solnit
  • Richard Falk
  • Richard Seymour
  • Richard Wolff
  • Robert Fisk
  • Robert L. Borosage
  • Robert Naiman
  • Robert Reich
  • Robert Scheer
  • Robin Hahnel
  • Russ Wellen
  • Russia
  • Samer al-Atrush
  • Sarah Knuckey
  • Satoko Oka Norimatsu
  • Saul Landau
  • Serge Halimi
  • Seumas Milne
  • Shalini Adnani
  • Shamus Cooke
  • Sharif Abdel Kouddous
  • Simon Basketter
  • Siria
  • Steve Early
  • Steven Greenhouse
  • Taiwan
  • Tariq Ali
  • Ted Glick
  • Tim Dobson
  • Tom Engelhardt
  • Tom Hayden
  • Turchia
  • Una Spenser
  • Uri Avnery
  • Ursula Huws
  • Usa
  • Vandana Shiva
  • Victor Grossman
  • Video
  • Warren Clark
  • WikiLeaks
  • William Blum
  • William Scott
  • Yotam Marom

Autori

Afghanistan Africa America Amira Hass Amy Goodman Anarchia Ann Jones Anthony Alessandrini Asia Autori Autori vari Barbara Ehrenreich Bolivia Boris Kagarlitsky Corea del Sud Danny Schechter David Graeber Dean Baker Ecologia Economia Egitto Ethan Miller Europa Federico Fuentes Fidel Castro Frances Fox Piven Gilbert Achcar Grecia Greg Grandin Guerra al terrore Haiti Iraq Italia John Pilger Jonathan Cook Libano Libia Mark Weisbrot Michael Albert Mondo Mustafa Barghouthi Nancy Elshami Neve Gordon Nicholas Paphitis nick turse Nikos Raptis Nnimmo Bassey Noam Chomsky Noel Sharkey Norman Finkelstein OWS Pakistan Palestina Pamela Sepulveda Pam Martens Parecon Patrick Cockburn Paul Krugman Paul Street Pervez Hoodbhody Phyllis Bennis Raul Zibechi Rebecca Solnit Richard Falk Richard Wolff Robert Fisk Robert L. Borosage Robert Naiman Robert Reich Robert Scheer Robin Hahnel Russia Samer al-Atrush Sarah Knuckey Satoko Oka Norimatsu Saul Landau Serge Halimi Seumas Milne Shalini Adnani Shamus Cooke Simon Basketter Siria Steve Early Tariq Ali Ted Glick Tim Dobson Tom Engelhardt Turchia Una Spenser Uri Avnery Ursula Huws Usa Vandana Shiva Video Warren Clark WikiLeaks William Blum William Scott Yotam Marom

Crea un sito o un blog gratuito su WordPress.com.

Annulla
loading Annulla
L'articolo non è stato pubblicato, controlla gli indirizzi e-mail!
Verifica dell'e-mail non riuscita. Riprova.
Ci dispiace, il tuo blog non consente di condividere articoli tramite e-mail.
Privacy e cookie: Questo sito utilizza cookie. Continuando a utilizzare questo sito web, si accetta l’utilizzo dei cookie.
Per ulteriori informazioni, anche sul controllo dei cookie, leggi qui: Informativa sui cookie
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: