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di Fidel Castro (19 aprile 2011)

da ZSpace / Testo originale (Traduzione di Giuseppe Volpe)

Oggi, domenica, alle 10 del mattino, ho ascoltato le discussioni dei delegati al Sesto Congresso del Partito.

C’erano così tante Commissioni che, ovviamente, non ho potuto ascoltare tutti coloro che hanno parlato.

I delegati si sono riuniti in cinque  Commissioni per dibattere una varietà di temi. E, naturalmente, io ho approfittato degli intervalli delle sedute per assaporare con calma, e indulgendovi, un alimento rinvigorente. Quasi certamente loro devono aver avuto più appetito, dato il lavoro e l’età.

Mi ha meravigliato constatare quanto sia preparata questa nuova generazione, con un così alto livello di istruzione, così diversa dalla generazione che ha imparato a leggere e scrivere precisamente nel 1961,  quando i bombardieri yankee pilotati dai mercenari hanno attaccato la nostra patria. La maggior parte dei delegati al Congresso del Partito oggi erano allora bambini piccoli o non erano ancora nati.

Non mi ha interessato tanto quello che dicevano quanto il modo in cui lo dicevano. Erano così ben preparati e il loro linguaggio era così ricco che facevo fatica a capirli. Discutevano ogni parola, addirittura l’aggiunta o la cancellazione di una virgola nel paragrafo in discussione.

Il loro compito è molto più difficile che quello che si è assunta la nostra generazione quando è stato proclamato il socialismo a Cuba, a sole 90 miglia dagli Stati Uniti.

Così, difendere i nostri principi rivoluzionari è, a mio parere, è il principale lascito che possiamo affidar loro. Non possono esserci margini di errore in questo momento della storia umana. Questa è una realtà che nessuno dovrebbe negare.

La dirigenza del partito dovrebbe essere la somma totale dei migliori talenti politici della nostra gente, capace di confrontarsi con la politica dell’impero che mette a repentaglio la specie umana e genera delinquenti come quelli della NATO che in soli 29 giorni, dall’inizio della disonorevole operazione “Alba dell’Odissea”, più di quattromila attacchi aerei contro una nazione africana.

Il dovere di questa nuova generazione di rivoluzionari e rivoluzionarie consiste nel diventare un esempio di dirigenti modesti, di combattenti studiosi e instancabili per il socialismo. Nell’era barbarica delle società consumistiche,  sconfiggere il sistema di produzione capitalista che nutre e promuove gli interessi egoistici tra gli esseri umani è senza dubbio una sfida difficile.

La nuova generazione è chiamata a correggere e cambiare, senza esitazioni, tutto ciò che deve essere corretto o cambiato e a continuare a dimostrare che il socialismo è anche l’arte dell’impossibile: costruire e portare avanti la rivoluzione del popolo, da parte del popolo e a favore del popolo e difenderla, nel corso di mezzo secolo, dalla potenza maggiore che sia mai esistita.

Fidel Castro Ruz,  17 aprile 2011  – 20.33